Costruire una città sana
Furio Honsell, Vicepresidente della Rete Italiana Città Sane del WHO e Sindaco di Udine
leadership locale per la salute e lo sviluppo sostenibile
Sono tre le sfide principali che la Contemporaneità pone alle nostre città ma forse all’Umanità intera: l’urbanizzazione, l’invecchiamento della popolazione e i mutamenti climatici. Le prime due contengono però la chiave stessa per la propria soluzione, come spesso accade nelle situazioni complesse. E soprattutto offrono delle opportunità, ancora insondate per tanti aspetti, utili ad affrontare le inevitabili conseguenze della terza sfida e costituire una comunità più resiliente e inclusiva.
Da queste considerazioni nasce la necessità di sviluppare nuove Urban Sciences, che superino gli specialismi dell’urbanistica tradizionale, per fare leva in modo inter-settoriale e inter-disciplinare sul nesso che lega mutuamente il ben-essere e l’equità sociale alla sostenibilità ambientale.
Ma soprattutto queste sfide fanno delle Amministrazioni Locali la nuova frontiera della salute pubblica.
L’endiadi del titolo, che promuove sintatticamente la città sullo stesso piano della salute (così come Dante parlò delle “vene e i polsi”, invece che delle “vene dei polsi”), enfatizza l’importanza della salute nelle città, che è ormai protagonista di molti importanti congressi a livello mondiale.
Come l’evento a Roma in occasione del G7 della Salute il 17 dicembre 2017 si intitolava Health in the cities, così a Bruxelles il 7 settembre 2017 il titolo della Conferenza annuale dell’EPHA (European Public Health Alliance – l’associazione europea di secondo livello che raccoglie tutte le organizzazioni e i portatori di interesse sul tema della salute pubblica) era Is local government the new frontline for public health? Allo stesso modo, nell’ottobre successivo, l’Health Forum Gastein (che ormai è la “Cernobbio” della Salute), dal titolo eloquente Health in all Policies and Politics, prevedeva una sessione plenaria proprio sulla local politics for health. Come nella VI Ministerial Conference on Environment and Health svoltasi a Ostrava (Repubblica Ceca) a giugno 2017 numerose sessioni erano dedicate al ruolo dei contesti urbani (ad esempio Cities and regions: building environmental and social resilience in the context of the global environmental changes), così a Bogotà in occasione del Congresso di HABITAT III sulla New Urban Agenda il tema centrale era il “Right to the City”, che evidenziava il potenziale delle città nel garantire i principi di equità, sostenibilità, democrazia e giustizia sociale. Se ciò non bastasse, alcuni mesi fa l’OMS ha pubblicato un libro sulla Health Diplomacy, con un importante capitolo proprio sulla City Health Diplomacy, che per la vastità delle problematiche e riflessioni sollevate ha creato il contesto per un’altra prossima pubblicazione dedicata esclusivamente alla diplomazia della salute a livello di città. Per quanto riguarda Udine infine, la salute è stata la lingua franca, che ha permesso di concretare la visione strategica della decarbonizzazione e della salute-in-tutte-le-politiche e in tutte le componenti della società civile (WHO whole-of-government & whole-of-society approach). Si è riusciti ad agire in modo integrato sui determinanti promuovendo sostenibilità ambientale e salute intesa come benessere fisico, mentale, sociale e relazionale, con particolare attenzione ai gruppi più deboli o emarginati, quali poveri, anziani, bambini, disabili, immigrati, lgbt.
Le città possono raggiungere ciò che gli stati membri non riescono a conseguire, questo è il nuovo adagio che sta emergendo sia sul fronte della salute che su quello altrettanto decisivo dell’energia e del cambiamento climatico.
Le aree urbane, demograficamente ormai preponderanti, sono al centro di innumerevoli contraddizioni. Sono i principali soggetti produttori di ricchezza, ma anche i maggiori consumatori di energie fossili, nonché i principali responsabili della qualità dell’aria e dell’inquinamento da rumore. Sono il contesto dove è più facile offrire servizi di qualità ma dove maggiori sono le disparità. Sono il luogo più favorevole alla promozione dei diritti umani, dei valori civili e dell’empowerment dei cittadini, ma anche all’origine dell’esclusione sociale e di tanto disagio mentale. Sono l’unica speranza per un’Europa unita, ma anche l’ambiente dove più facilmente fanno presa l’odio, il risentimento, il rancore e l’antipolitica.
Le città sono il Futuro dell’Antropocene! Per questo si deve capitalizzare su di esse e l’adagio sopra riportato è calzante. Le città sono il luogo dove è più facile alfabetizzare i cittadini a stili di vita sani e sostenibili, dove è più facile fare prevenzione e promuovere la resilienza e l’inclusione. E il loro successo in questi compiti è il dovere di ogni amministratore locale, ma anche l’unica speranza per l’Umanità intera.
Le Amministrazioni Locali possono raggiungere questo obiettivo però, solamente se diventano catalizzatori di innovazione sociale, facilitatori di enablement & empowerment, di mediatori e social brokers nei confronti delle proposte che vengono dalle comunità per indirizzarle e armonizzarle verso un obiettivo comune di inclusione, sostenibilità e resilienza.
La città di Udine ha fatto di queste strategie e processi la propria bandiera, e grazie all’esperienza e al prestigio che ha conseguito in Europa con la propria politica ultradecennale in tema di salute pubblica e ambiente, è stata invitata a tutti gli appuntamenti sopra elencati. Udine oggi è membro del Political Board del Covenant of Mayors for Energy and Climate Change. Tra i primi firmatari del Covenanat of Mayors 202020 nel 2009, Udine ha oggi quasi raggiunto l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 da fonti fossili del 20% entro il 2020 e ha posto le basi per quello del 40% entro il 2030, rispetto alla baseline del 2006. Udine è anche nel Political Vision Group della Rete WHO Healthy Cities e città capofila della WHO Healthy Ageing Task Force dal 2008. Il dinamismo di Udine le è valso la presidenza del European Covenant on Demographic Change dal 2015 e ha reso possibile la partecipazione ad attività e programmi internazionali quali il Progetto WHO Age-Friendly Cities, la definizione dell’UE Active Ageing Index, lo sviluppo di Age-Friendliness indicators dell’ufficio OMS di Kobe (Giappone), e lo studio sugli Age-Friendly Environments in Europe.
Nella strategia della città di Udine Salute e Ambiente sono inseparabili. Un esempio che evidenzia i principi dell’azione integrata e dell’innovazione sociale è l’iniziativa del Pedibus, l’andare a scuola a piedi, che ormai viene organizzato da gruppi di cittadini in quasi tutte le scuole elementari della città. L’iniziativa, infatti, permette di coniugare attività fisica e benessere mentale, promozione dell’intergenerazionalità e dell’integrazione sociale, riduzione del traffico, delle emissioni di CO2 e del rumore, sostenibilità ambientale, conoscenza del territorio e riappropriazione dello spazio urbano, e co-progettazione per la messa in sicurezza dei percorsi casa-scuola.
Per quanto riguarda la transizione energetica e la decarbonizzazione, numerose e diversificate sono state le azioni realizzate a Udine ripensando sia i servizi di interesse generale (reti elettriche, del gas, dell’acqua, dell’illuminazione pubblica, del teleriscaldamento, sistemi di mobilità pedonale, ciclabile, di trasporto pubblico, di controllo della qualità dell’aria) sia gli strumenti di pianificazione territoriale (piano regolatore e regolamento edilizio) in modo da promuovere la sostenibilità, tutelare la biodiversità e ridurre il consumo di suolo.
Tutte queste iniziative e percorsi sono stati co-sviluppati a Udine attraverso processi di crowd-creation cercando di migliorare gli stili di vita e i comportamenti responsabili ma rendendo la scelta più sana e sostenibile anche quella più facile/divertente. Si è cercato di costituire ambienti inclusivi e facilitanti. Nell’Antropocene avanzato deve essere obiettivo prioritario abbattere muri e costruire ponti e piazze, luoghi inclusivi, dinamici, abilitanti e catalizzatori di trasformazioni positive, ai quali tutti possano accedere, anche da punti di ingresso a priori non comunicanti, per trovare insieme dei significati. Non lasciare indietro nessuno è il nostro dovere ma anche la nostra unica speranza per un futuro migliore, come amministratori ma prima ancora come cittadini.