“Una grande alleanza per costruire Healthy Cities”
Vytenis Andriukaitis, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare
In primo luogo, l’importanza di costruire healthy cities: solo costruendo città più in salute possiamo raggiungere risultati tangibili nella promozione della salute e nella prevenzione delle malattie. Le malattie non trasmissibili, un fatto che affligge milioni di cittadini in UE, sono spesso prevenibili, in quanto esito di stili di vita e alimentazione non sani, tabagismo, inattività fisica o inquinamento. Il Report “Health at a Glance” della Commissione Europea (2016) ha rivelato che nell’Unione Europea le principali malattie croniche danno luogo a più di 3 milioni di decessi all’anno. Si tratta di un dato tragico, ancor più tragico se consideriamo che spesso sarebbe prevenibile.
La complessità delle sfide legate alle malattie non trasmissibili non è affrontabile da Governi e Autorità di salute pubblica da soli. Occorre che tutti i soggetti e i settori coinvolti affrontino attivamente il tema per innescare un cambiamento positivo, secondo la logica complessiva “health in all policies” che rende necessario un approccio multidisciplinare, a tutti i livelli. Vi sono stati molti rumours secondo i quali non ci sarebbe stato più nel prossimo ciclo europeo un Commissario alla Salute, ma ciò non corrisponde al vero dal momento che molteplici sono le politiche e le azioni messe in campo, anche attraverso il Fondo Sociale, che hanno come obiettivo il miglioramento e la promozione della salute. E non sarebbe possibile raggiungerlo senza un Commissario dedicato.
È altresì evidente che gli Stati membri debbano esprimere la propria opinione, ed è proprio in questo contesto che le Città rivestono un ruolo di partner chiave nel plasmare stili di vita sani per i nostri cittadini. Ad esempio una buona pianificazione urbana rappresenta uno stimolo alla pratica dell’attività fisica, oppure il problema del consumo di alcol può essere ridimensionato se affrontato a livello locale attraverso misure restrittive sugli orari e sui luoghi di vendita e sulla riduzione della disponibilità per alcune fasce d’età, o, ancora, la lotta al tabagismo per ridurre l’esposizione, specie dei più giovani, al fumo.
Tocca alle autorità locali promuovere progetti di buona alimentazione a scuola e nei luoghi di vita così come di lotta allo spreco. Le autorità sanitarie locali possono diventare in questo un potente alleato per l’implementazione e l’integrazione di programmi di promozione della salute e di prevenzione delle malattie. Accolgo favorevolmente l’idea della nascita della figura dell’Health City Manager: le collaborazioni e il trasferimento di buone pratiche a livello europeo apportano un evidente valore aggiunto, e in questa direzione è stato infatti creato uno Steering Group a Bruxelles dove gli Stati Membri sono affiancati nella individuazione di buone pratiche in tema di promozione, prevenzione e gestione delle malattie croniche che siano poi elevate a progetti pilota finanziati da fondi europei. Inoltre, a giugno, è stata lanciata una nuova progettualità, a guida italiana, per combattere l’ineguaglianza nel campo della salute: un work package dedicato agli “healthy living environments”, tramite cui saranno date risposte attive al problema dell’iniquità. Tali programmi, uniti alle tante iniziative europee come quelle attivate da Health City Institute e il Forum di Roma, avranno un impatto tangibile sulla vita dei cittadini europei e saranno in grado di fornire un significativo supporto ai sistemi sanitari nazionali per la loro sostenibilità futura.