Trekking URBANO
Abbiamo accentuato la nostra fragilità fisica limitando il nostro essere camminatori
A cura di Maurizio Damilano
Camminare in Città è sempre più uno scambio stretto tra il modo di vivere la Città, la salute, il pensiero, il benessere, la forma fisica. Oggi ci si sta accorgendo sempre più di un necessario cambio di indirizzo. L’uomo senza la Città è limitato, ma la Città che non torna ad essere organizzata diversamente limita l’uomo.
Forse non a tutti può apparire ancora chiaro quanto importante sia attualmente – ma forse anche in passato, forse sempre, forse non ha mai smesso di esserlo – imparare a (ri)vivere la Città con le proprie gambe, con i polmoni che ritmano quanto trasmette il passo che si utilizza, con il cuore che batte in sintonia con il ritmo dei piedi, con la mente che pensa, con il corpo che si rilassa.
Forse sarebbe già sufficiente questo per avere chiara l’importanza del camminare all’interno della Città. Non muoversi da un punto all’altro, ma proprio camminare per sentirsi attivi, per rispondere al nostro primordiale istinto di movimento.
L’abitudine al camminare nelle sue diverse forme e per i diversi obiettivi: per sport, per salute, per benessere, per limitare la solitudine, per amore personale e della Città.
Siamo “animali” nati per muoverci. Lo abbiamo fatto per secoli nelle forme più diverse, poi ci siamo dimenticati di questo. Abbiamo iniziato a camminare sempre meno. Abbiamo abusato delle invenzioni che ci facilitano la vita e fatto sì che ce la rendessero più fragile.
Sì. Abbiamo accentuato la nostra fragilità fisica limitando il nostro essere camminatori.
Abbiamo accolto facili scusanti per camminare sempre meno, e soprattutto in Città.
Abbiamo assecondato l’idea che i ritmi sempre più frenetici della nostra vita non ci permettono di trovare i tempi per camminare. Di come sia indispensabile utilizzare l’auto per spostarsi rapidamente e non perdere tempo, senza rendersi conto che via via che il traffico aumenta, via via che le nostre Città non hanno più spazi a sufficienza per accogliere tutte i mezzi a motore i tempi degli spostamenti diventano più lunghi in auto che a piedi.
Abbiamo iniziato a dire che con tutto quello smog, con l’aria sempre più inquinata la Città non é luogo per camminare. Abbiamo quindi camminato sempre meno, e seppure si possa intuire una piccola inversione stiamo camminando ancora poco. La Città stessa si è adattata a questi pensieri, a queste scelte, a stili di vita sedentari, ed ha iniziato a costruirsi sempre più per uomini ormai distanti dall’idea di muoversi a piedi.
Siamo giunti a dire che la Città non ha luoghi per camminare. E se li ha non sono sempre a portata di tutti. Bisogna andare a cercarli. Bisogna spostarsi, e non abbiamo il tempo per farlo.
Io ho iniziato a camminare presto sentendolo da subito come una forma di libertà. Ho poi “camminato” da sportivo per tanti anni. Ho solcato sentieri e asfalti in tutto il mondo, ed ho approfondito quel senso di libertà che si andava unendo ad un fisico forte e allenato. Ho quindi iniziato ad occuparmi di cammino non più unicamente per sport ma come forma di nuova civiltà, di salute, di equilibrio e ancora una volta come libertà personale. La libertà di poter scegliere di vivere il giusto equilibrio tra la indispensabile modernità e le nostre esigenze primordiali di movimento. E’ nata l’idea del fitwalking, della proposta da rivolgere ad ognuno di camminare come scelta personale, di camminare perché fa bene, di camminare perché ne abbiamo bisogno singolarmente e come comunità.
Dal concetto del fitwalking nasce un progetto che oggi posso dire offre molte risposte a tutte quelle scusanti che ci siamo dati per camminare sempre meno.
Città per camminare e della salute (dal quale poi nasce anche l’idea della Bandiera Azzurra che identifica Città dove si può e si vuole camminare) è un rilancio assoluto, vero, indispensabile; é uno stimolo a pensare alla Città che c’è e quella che potrà essere, ma soprattutto a capire che in Città si può camminare e ci sono tante soluzioni per farlo.
Abbiamo elaborato un documento che definirei “monumentale” e che ci permette di capire che abbiamo tante opportunità per camminare in Città, molte più di quante possiamo immaginare. Si chiama “Passaporto di Roma Città per camminare e della salute”. Raccoglie il suggerimento di 50 percorsi inseriti nell’Urbe e nell’area della Città metropolitana di Roma per un totale di oltre 300 Km di strade percorribili a piedi.
Un progetto che fa di Roma la prima “walking City” europea.
In Città si può camminare? Ci sono luoghi e situazioni per farlo? Domande che hanno una lapidaria risposta: SI. Non è quindi vero che è difficile trovare le occasioni ed i posti per praticare!
Sarebbe però riduttivo dire che tutto ciò risolve ogni problema. Se è vero che già oggi nelle Città è possibile trovare luoghi, occasioni, opportunità per camminare di più, non si può negare che la Città del futuro deve essere sempre più attenta a questa necessità. Deve offrire non solo strade, parchi percorsi utilizzabili, ma fare in modo che questi aumentino e divengano sempre più protetti, ideali per muoversi, ordinati ed attrezzati.
La nuova Città deve sempre più essere costruita attorno all’uomo: pensata per l’uomo e non viceversa.
Se questo è il futuro di Città che io vorrei – ma non sono il solo –, certamente vi è immediatamente una domanda che scaturisce da tutto ciò: come camminare in Città?
Sono diversi i modi con cui si può camminare in Città, intendendo tale termine come stili ed obiettivi del muoversi a piedi che soddisfano le esigenze di tutti, i ritmi di vita di tutti, le passioni di ognuno.
Possiamo camminare per sport. Non obbligatoriamente con finalità agonistiche o rendimento da campioni, ma con la regolarità e l’attenzione di chi desidera confrontarsi con i propri miglioramenti prestativi. In questo caso i parchi, i percorsi misurati ed attrezzati, le aree più protette dal traffico rappresentano i luoghi preferibili e preferiti. Chi cammina per sport predilige l’attenzione alla tecnica di cammino, elemento che facilita migliori prestazioni, e si misura costantemente durante l’esercizio. Questo necessita l’utilizzo di percorsi misurati e segnalati, anche se oggi con i GPS da polso la libertà di movimento è notevolmente cresciuta nell’utilizzo dei diversi percorsi.
Se si cammina per il semplice benessere un po tutta la Città è a nostra disposizione. Il quartiere in cui viviamo può divenire una buona “palestra” per il nostro esercizio. Possiamo utilizzare aree meno trafficate, oppure zone tranquille dove il traffico cittadino è meno intenso. Ci possiamo affidare a suggerimenti di amici o conoscenti e, soprattutto possiamo muoverci in compagnia. Camminare insieme è un toccasana per lo spirito. Camminando si rafforzano le amicizie e l’esercizio appare meno faticoso.
Allo stesso modo chi deve camminare per salute, ossia per “curare” patologie che definiamo attività sensibili, ossia che traggono giovamenti certi e scientificamente riconosciuti dal movimento, possono e devono poter contare su una Città che offra loro questa possibilità.
In Città si cammina anche per turismo e, a volte, lo stesso cittadino scopre camminando cose della propria Città che non conosceva o non ricordava.
Abbiamo un enorme laboratorio sportivo a nostra disposizione e spesso non ce ne accorgiamo.
Ultimamente sono stato a visitare alcune Città che fanno parte della rete delle Città della Corsa e del Cammino, un progetto che ho avviato con ANCI e Fidal, e il supporto del progetto internazionale Cities Changing Diabetes. Mi sono accorto di come esistano iniziative e opportunità che le amministrazioni mettono a disposizione dei cittadini. Mi sono però anche reso conto come spesso questo sia poco conosciuto o perlomeno noto in prevalenza a chi già movimento la fa. Persone che utilizzano con soddisfazione parchi, piste ciclo-pedonali, percorsi di trekking urbano, aree attrezzate o riconsegnate all’esercizio fisico.
Camminare in Città deve divenire un’esigenza, e la Città deve soddisfare questa esigenza per dare ai cittadini il modo di vedere la Città come una grande opportunità di benessere, e non solo economico e lavorativo, ma che permette una qualità di vita sempre migliore. La vita di tutti si allunga, abbiamo aspettative di vita maggiori, abbiamo quindi bisogno di Città sempre più capaci di dare risposte alla necessità di vivere bene e in salute.
Camminare in Città è un impegno di responsabilità che deve creare un forte alleanza tra Città e cittadino.