Come sindaco di Roma, della città Capitale del nostro Paese, la complessità delle sfide da affrontare e governare non può certamente essere semplificata in poche righe. Tuttavia, sinteticamente, quali ritiene siano le sfide di salute pubblica prioritarie per Roma? E quali sono quelle che ha posto al centro del suo mandato amministrativo, magari risolvendole? Possiamo dire che in qualche modo ogni scelta di un’amministrazione e di un sindaco attiene alla salute pubblica perché è orientata al benessere e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. E questo è stato un mio impegno prioritario fin dall’insediamento in Campidoglio. Esistono poi dei terreni dove la funzione di tutela della salute pubblica viene più specificamente espletata. Mi riferisco in particolare alla lotta contro l’inquinamento e più in generale alla tutela dell’ambiente, temi che sono stati sin dall’inizio al centro del mio mandato. Voglio ricordare le misure di limitazione alla circolazione dei veicoli più inquinanti, come quella che scatta proprio in questi giorni con il divieto di ingresso ai veicoli diesel euro 3 nell’anello ferroviario. Ma più in generale noi sosteniamo un’idea innovativa della mobilità e della fruizione degli spazi cittadini. Ci battiamo per una mobilità integrata nella quale siano promosse tutte le forme alternative all’automobile privata. Voglio segnalare in particolare l’impegno per dotare Roma di un’adeguata rete di piste ciclabili, ricordando che la bicicletta non solo è un mezzo a inquinamento zero, ma propone uno stile di vita più salutare. A questo proposito mi preme anche sottolineare come la nostra Amministrazione sia in prima linea nella promozione dello sport, non solo riguardo ai grandi eventi che pure Roma ospita numerosi, ma anche in riferimento allo sviluppo della pratica di base. Permettetemi un’ultima citazione sull’impegno, che ho assunto in prima persona, per sostenere tutta una serie di azioni specificamente orientate alla tutela della salute. Per parlare solo di queste ultime settimane, ho partecipato e sostenuto diverse iniziative della Susan Komen Italia, organizzazione alla quale a breve doneremo un camper, come Città Metropolitana, per la carovana della prevenzione del tumore al seno. Roma durante questo suo mandato si è distinta aderendo anche a molte reti europee o internazionali, come il C40 o il programma Cities Changing Diabetes, nella convinzione che oggi sia fondamentale costruire alleanze con le altre città e confrontarsi per risolvere problemi di portata oramai globale, a partire dal cambiamento climatico. Qual é, in questo senso, la sua esperienza e il contributo che Roma ha potuto apportare all’interno di questi network? Sappiamo che le grandi città si trovano a vivere problematiche comuni come l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’urbanizzazione sregolata, le diseguaglianze sociali. Per questo ho ritenuto necessario promuovere la partecipazione di Roma a ogni occasione di confronto in cui si possano affrontare queste problematiche di portata globale. Per fare qualche esempio, abbiamo avuto il piacere di ospitare in Campidoglio, nello scorso mese di maggio, il “Roma Cities Changing Diabetes Report – Diabete Tipo 2 e Obesità nell’area di Roma Città Metropolitana” un momento molto importante di analisi sulla percezione della salute nella nostra metropoli e di definizione di strategie per contrastare il diabete e l’obesità. Riguardo al C40, sono stata al recente World Mayors Summit di Copenaghen dove ho ricordato che Roma è stata la prima città Italiana a dotarsi di una Strategia di Resilienza. Un piano ambizioso elaborato, lo ricordo, in collaborazione con 100 Resilient City, che prevede azioni per prevenire il cambiamento climatico e che nello stesso tempo ci mette in condizione di fare fronte alle situazioni di crisi. Ho parlato dei passi concreti che stiamo compiendo verso un modello alternativo di mobilità, definito attraverso il Pums (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile) che abbiamo di recente approvato.
Sempre in tema di resilienza voglio ricordare l’impegno per la tutela delle risorse naturali, i progetti di rigenerazione urbana come Reinventiamo Roma. Un progetto per ridisegnare la nostra città attraverso alcuni criteri basilari, il primo dei quali è puntare a edifici carbon free, a zero emissioni e realizzati con l’impiego di nuovi materiali. Inoltre, Roma ha aderito al Patto dei Sindaci per il clima e l’energia assumendosi l’ambizioso impegno di ridurre le emissioni climalteranti del proprio territorio di almeno il 40% entro il 2030. si potrebbe dire che oggi quasi ogni giornata di un sindaco o di un Amministratore locale inizia parlandoci di nuove frontiere per il futuro in relazione ai dati, alla necessità di disporre di informazioni affidabili in grado di supportare il processo decisionale: come si coniuga questo scenario con la responsabilità di garantire partecipazione e fruizione degli stessi ai propri cittadini?* Per la nostra amministrazione la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali sulle scelte più importanti per la città è una questione primaria. Per questo abbiamo deciso di dotare Roma Capitale di uno strumento che rende i cittadini coprotagonisti delle scelte che riguardano la loro città. E lo abbiamo chiamato “Roma decide”. Si tratta di un meccanismo di cittadinanza attiva che non si limiti alla decisione su dove destinare le risorse dell’ente ma, attraverso la raccolta delle iniziative, spinga tutti a lavorare insieme per Roma. Per quest’anno gli aspetti su cui si pronunciano e decidono i cittadini riguardano il tema del decoro e la cura dei quartieri in cui viviamo. Quale ritiene sia il valore aggiunto o il fattore distintivo che una sindaca, e più in generale la parità di genere, apporta all’interno dell’Amministrazione pubblica dei territori del nostro Paese? Il fatto di essere la prima Sindaca donna di Roma è sicuramente un motivo di orgoglio. Come in altri campi professionali, anche in politica il contributo delle donne è ancora troppo squilibrato. È sotto gli occhi di tutti che questa realtà non viene ancora accettata. Nel mio caso, al di là delle critiche e delle divergenze legittime, in più di una occasione mi è capitato di essere attaccata come donna, nella mia funzione di Sindaca. Attacchi che non hanno fatto altro che rafforzarmi in determinazione. Ma voglio accendere i riflettori sulla condizione che vivono comunque molte donne lavoratrici, che devono occuparsi dei figli o della famiglia e della propria vita professionale. Dobbiamo cambiare l’approccio culturale a questi temi. Le donne non sono ‘panda’ in riserve naturali, sono vita attiva esattamente come i nostri fratelli, padri e compagni. La lotta alle discriminazioni passa per una consapevolezza completa e il coraggio di cambiare le cose.
Virginia Raggi nasce a Roma il 18 luglio 1978. È la prima Sindaca donna della Capitale, eletta il 19 giugno 2016. È un avvocato. Come professionista, si è occupata di diritto civile, giudiziale e stragiudiziale, e in particolare di diritto d’autore, di proprietà intellettuale, di nuove tecnologie. Nel 2007 viene nominata cultore della materia presso l’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”. Sin dall’inizio del suo mandato rivolge l’attenzione ai temi della trasparenza, della partecipazione, del risanamento dei bilanci e della sostenibilità. Crede fermamente nella legalità: un valore da coltivare quotidianamente e concretamente, contrastando le mafie e i gruppi criminali che per anni hanno inquinato la vita civile della città. In questo senso sono stati molteplici i risultati raggiunti sotto la sua Amministrazione. Gli obiettivi dell’amministrazione sono: la lotta contro l’abusivismo, la realizzazione di appalti regolari e trasparenti, la promozione della meritocrazia e lo sviluppo dei territori. In difesa di Roma e dei suoi cittadini. Con questo stesso spirito ha lavorato per la riduzione del debito pregresso approvando per tre anni i bilanci di Roma Capitale nei tempi di legge, un risultato mai ottenuto prima. Una rivoluzione gentile che pone al centro l’interesse esclusivo delle persone.