Jeff Bezos, fondatore di Amazon racconta… Ricevo spesso la domanda: cosa cambierà nei prossimi 10 anni?
Questa è una domanda interessante molto comune. Non ricevo mai la domanda: cosa non cambierà nei prossimi 10 anni? E ritengo che questa seconda domanda sia la più importante fra le due… perché si può costruire una strategia di business attorno alle cose stabili nel tempo e quindi nella
vendita al dettaglio sappiamo che i clienti vogliono prezzi bassi, e questo sarà così per i prossimi 10 anni, vogliono spedizioni veloci, vogliono una selezione ampia. È impossibile immaginare un futuro tra 10 anni dove un cliente viene e mi dice Jeff, adoro Amazon, vorrei solo che i prezzi fossero un po’ più alti… sai adoro Amazon… vorrei solo che spediste più lentamente… IMPOSSIBILE!
Per un imprenditore di successo come Jeff Bezos il futuro sarà dominato dalla capacità di prendere decisioni veloci e in grado di rispondere alle esigenze di un cliente.
Decisioni che vengono prese sulla base di due macro categorie.
La prima basata sulla gestione dei dati di cui si dispone e che, una volta analizzati, portano a scelte veloci e oggettive che generano solitamente poche discussioni, comunque sempre in grado di soddisfare il cliente.
Ma vi sono casi in cui la scelta deve essere necessariamente soggettiva, ed è lì che i dati non sono disponibili e non è possibile neppure condurre proattivamente
degli esperimenti. In questi casi a fare da guida é la conoscenza del mercato di riferimento e l’esperienza in situazioni analoghe.
Proviamo a immaginare le scelte di un membro del governo, di un amministratore di regione o di città con le stesse categorie di Jeff Bezos.
Laddove si disporrà di dati, sarà in grado di prendere decisioni che generano soddisfazione e coinvolgimento;
in questi casi, la scelta sarà veloce, oggettiva e foriera di poche discussioni, ovvero di consenso.
Laddove non si disporrà di dati, dovrà necessariamente fare ricorso alla capacità di analizzare e conoscere il proprio territorio, di attingere alle buone pratiche e a quanto già fatto o emerso dal portato delle esperienze comparabili.
Oggi la raccolta di dati per amministrare il bene comune è deficitaria e si basa su parametri spesso distanti dalla comunità di riferimento. Le decisioni sono prese
più in accordo a un pensiero personale che non basate su quello collettivo.
Per questo bisogna concentrarsi su una strategia che consenta di semplificare il processo decisionale, anche in presenza di valutazioni soggettive che potrebbero sembrare difficili.
Una strategia che si basi sul rendere edotti della propria filosofia aziendale.
Jeff Bezos, alla fine di ogni anno, nella lettera agli azionisti, allega una copia della prima lettera scritta nel 1997, dove sono scolpiti i principi che definiscono la filosofia del processo decisionale in Amazon:
• continueremo a focalizzarci incessantemente sui nostri clienti;
• continueremo a prendere decisioni di investimento
guidate da valutazioni di lungo termine, piuttosto che farci guidare dalla profittabilità di breve periodo o dalle reazioni di Wall Street;
• continueremo a misurare l’efficacia dei nostri progetti in maniera analitica, eliminando quelli che non forniscono rendimenti adeguati e incrementando quelli che funzionano meglio;
• continueremo ad imparare sia dai nostri successi che dai fallimenti;
• faremo scelte di investimento coraggiose e mai timide, quando vedremo una probabilità sufficiente di guadagnare un vantaggio competitivo. Alcuni di questi investimenti avranno successo, altri no: in ogni caso avremo imparato una lezione di valore.
Proviamo a immaginare questi principi come un impegno a prendere decisioni chiare, misurabili nel tempo e in grado di generare benessere. Ragionare da manager anche amministrando il bene comune significa fare riferimento alla costruzione di un mondo futuro ed essere in grado di gestire i cambiamenti.